
Rompiamo i pregiudizi: il progetto di sette ragazze di Ivrea per la comunità Rom e Sinti
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- Data 23 Giugno 2025
Come si possono superare stereotipi radicati e convinzioni errate che persistono nella nostra società?
La risposta non è semplice, né univoca. Smantellare pregiudizi profondamente interiorizzati – positivi o negativi che siano – richiede tempo, pazienza e una forte volontà. È un processo lento, spesso impercettibile, che va di pari passo con l’evoluzione sociale e culturale.
Eppure, ogni individuo può fare la propria parte nel quotidiano. È proprio da questa consapevolezza che nasce l’iniziativa di un gruppo di sette ragazze di Ivrea, tutte studentesse della scuola di politica apartitica Prime Minister.
Il loro obiettivo? Promuovere una società più inclusiva, partendo dalla decostruzione degli stereotipi sulla comunità Rom e Sinti.
Un progetto per la cittadinanza attiva
All’interno del percorso formativo offerto da Prime Minister, le ragazze hanno ideato un progetto di cittadinanza attiva con un chiaro “purpose”: contribuire a eliminare le narrazioni tossiche e spesso infondate che gravano su questa comunità. Hanno scelto di focalizzarsi sui Rom e Sinti per approfondire con maggiore efficacia e ottenere risultati concreti.
Analizzando il pensiero comune su questi temi, è emersa una diffusa mancanza di conoscenza sulla cultura Rom e sulle reali condizioni dei cosiddetti “campi nomadi”. Stereotipi consolidati nel corso dei secoli alimentano ancora oggi diffidenza, esclusione sociale e, nei casi peggiori, vere e proprie forme di discriminazione.
L’obiettivo del progetto è dunque duplice: da una parte, offrire una narrazione autentica della cultura Rom, fatta di tradizioni e valori spesso ignorati; dall’altra, combattere l’ignoranza che alimenta l’intolleranza.
Le tre fasi del percorso
Il progetto si è articolato in tre fasi principali:
- Raccolta dati – Il primo passo è stato la diffusione di un sondaggio nella scuola, rivolto a coetanei e compagni, con domande legate alla percezione della comunità Rom. L’intento era comprendere il livello di consapevolezza e intercettare eventuali stereotipi già presenti.
- Incontro con la comunità – In seguito, le ragazze hanno organizzato un incontro con Rašid Nikolič, attivista Rom, che ha raccontato in prima persona la sua esperienza. L’intervista realizzata insieme a lui è diventata il cuore pulsante del progetto, offrendo uno sguardo autentico e non stigmatizzato.
- Produzione e diffusione – Il materiale video è stato montato e accompagnato da poster e volantini contenenti un QR code per accedere all’intervista. La distribuzione è avvenuta per le strade di Ivrea, in occasione della manifestazione culturale La Grande Invasione, e nei negozi locali.
Un piccolo passo verso un grande cambiamento
Questo progetto rappresenta un esempio concreto di come l’attivismo giovanile possa incidere sul tessuto sociale, stimolando una riflessione collettiva e contribuendo a costruire una narrazione più giusta e inclusiva. Non esistono soluzioni rapide per abbattere i pregiudizi, ma ogni gesto consapevole può essere un seme piantato nel terreno del cambiamento.


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