
Cambiando i narratori, la storia (non) cambia “M.A.D.Ri” (Menti Attivatrici Della RIeducazione): il progetto di un gruppo di studentesse di Prime Minister Terlizzi
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- Data 23 Giugno 2025
Siamo un gruppo di ragazze che ha deciso di mettersi in discussione partendo da una
domanda:
“Cosa ci viene insegnato quando siamo ancora troppo piccole o piccoli per difenderci?”
Nel nostro percorso all’interno della Scuola di Prime Minister Terlizzi abbiamo riflettuto su quanto l’educazione, fin dall’infanzia, sia spesso piena di stereotipi, condizionamenti, messaggi nascosti.
E soprattutto su come molti di questi messaggi vengano trasmessi senza che chi educa se ne accorga: genitori, insegnanti, adulti in buona fede, ma cresciuti a loro volta dentro strutture culturali che non si interrogano abbastanza, ed è proprio a loro e ai loro figl3 che noi, ragazze di “M.A.D.Ri” (Menti Attivatrici Della RIeducazione) ci rivolgiamo.
Viviamo in un sistema educativo spesso eurocentrico, binario, e stereotipato.
Dà per scontato cosa sia “normale”, cosa sia “giusto” o “adatto” in base al genere, alla
cultura, al comportamento.
Frasi come “non piangere, sei un maschio” o “sei isterica”, accompagnati da narrazioni
univoche e unidirezionali della storia, sono solo la punta dell’iceberg.
Per questo abbiamo ideato il nostro progetto, dal nome “Cambiando i narratori, la storia (non) cambia” che metta in dialogo genitori, espert3 e bambin3.
Non vogliamo solo fare informazione, ma creare spazi condivisi di ascolto, confronto e consapevolezza.
Vogliamo organizzare una serie di incontri pubblici con insegnanti, storicə, antropologistə,
pedagogistə, psicologə, educatori ed educatrici, per discutere insieme:
● di bias culturali;
● di educazione affettiva e linguistica;
● di modelli educativi più inclusivi e pluralisti.
In parallelo, vogliamo costruire attività dedicate allə bambinə, che non siano semplicemente
“ludiche” ma educative in modo diverso: spazi dove la loro espressività, creatività e
curiosità non vengano bloccate ma valorizzate e supportate, dove possano sperimentare il
rispetto delle differenze.
Il nostro obiettivo è duplice:
● far crescere la consapevolezza di chi educa;
● proteggere e liberare l’infanzia da stereotipi, paure e rigidità culturali per costruire una società più aperta, attenta a coloro che ci circondano e non egoista, in un’ottica di valorizzazione locale senza sminuire l’altro, il diverso, che può offrire chiavi di lettura della realtà altrettanto valide e corrette.
Ci muove la curiosità, per conoscere una storia che vada oltre la narrazione scolarizzata
dei libri, ma che ci racconti di persone e di vissuti veri; la voglia di decostruire con dolcezza e ironia ciò che ci è stato insegnato “per il nostro bene”; la ricerca della nostra identità, che
non è altro che un insieme di persone, di intrecci e di relazioni che durano millenni.
Crediamo che ogni bambinǝ abbia diritto a un’educazione che non sia una gabbia, ma una
spinta verso la libertà.
Non vogliamo dare lezioni, ma aprire conversazioni.
Crediamo che educare significhi, prima di tutto, imparare a disimparare.
E che, se vogliamo un mondo più giusto, dobbiamo cominciare da chi lo abiterà dopo di noi.
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